Scavi archeologici compiuti nei pressi del paese hanno dimostrato l'esistenza di una città d'origine preromana, sorta prima dell'VIII secolo a.C. di cui restano imponenti mura ciclopiche, e altri reperti straordinari, contenuti oggi nel museo archeologico dedicato a Roger Lambrechts. Il nome di quella città non è mai stato ben definito. Alcuni archeologi...
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Scavi archeologici compiuti nei pressi del paese hanno dimostrato l'esistenza di una città d'origine preromana, sorta prima dell'VIII secolo a.C. di cui restano imponenti mura ciclopiche, e altri reperti straordinari, contenuti oggi nel museo archeologico dedicato a Roger Lambrechts. Il nome di quella città non è mai stato ben definito. Alcuni archeologi sostengono che nell'attuale territorio comunale sorgesse l'antica città di Artena descritta anche da Tito Livio nella sua monumentale storia di Roma. Secondo altri la città presente sul territorio sarebbe stata Ecetra; mentre per molti quella città poteva essere Fortinum, da cui sarebbe derivato "Montefortino", nome che la città ebbe dal Medioevo fino al 1873. La zona della città situata sull'attuale piano della Civita di Artena ha sempre avuto origini sconosciute, che potranno essere chiarite solo grazie a eventuali nuovi ritrovamenti archeologici.
Le antiche cronache narrano che Montefortino si sviluppò su un grosso colle che dominava la valle del Sacco; e alcune cronache antiche narrano che in questi luoghi partivano briganti che assalivano i viandanti che diretti a Roma da sud attraversavano la valle del Sacco; e tale attività era presente già nell'antichità. Nel periodo medioevale Montefortino fu feudo dei Conti di Tuscolo ceduto poi ai Conti di Segni, che ressero il castello fino al 1475, quando su pressione di Carlo VIII di Francia, diventò possedimento della potente e antica famiglia Colonna. La spiccata attività antipapale di questi ultimi, provocò ad Artena diverse distruzioni per opera dei Pontefici nel 1526 (Clemente VII), nel 1543 (Paolo II) e nel 1557, sotto Paolo IV che, addirittura, giunse a mettere fuori legge gli abitanti di Montefortino solo perché erano stati fedeli alla famiglia Colonna, a far radere al suolo l'abitato, e a esercitare il rito dell'aratura e della semina del sale sulle rovine della cittadina[5].
A causa dei grossi debiti contratti dalla famiglia Colonna, Montefortino fu venduto al Cardinale Scipione Borghese nel 1614 che ne divenne il signore. Il cardinale Borghese portò notevoli migliorie alla città; s'impegnò fino in fondo a riedificare il paese, messo in difficoltà dalle continue devastazioni e dalla cattiva amministrazione dei Colonna. Molte innovazioni di quell'epoca sono ancora oggi presenti: la centrale Piazza della Vittoria, l'Arco Borghese, la Via del Borgo, la Via Nuova, il Convento di San Francesco e l'Asilo di San Marco. Inoltre il principe cardinale fece ristrutturare il Palazzo, già cominciato dai Colonna, che porta il suo nome. L'antica famiglia Borghese rimase proprietaria di Montefortino anche durante il periodo napoleonico.
Nel 1849 si rifugiò a Montefortino Giuseppe Garibaldi, in fuga da Roma, dove soggiornò una notte, partendo poi per la Romagna.
Negli anni recenti, il paese grazie alla vicinanza con le città di Roma e Latina e la posizione in prossimità del casello autostradale di Valmontone ha conosciuto un discreto sviluppo demografico ed economico.
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